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Chi Vive Vola...
“Chi vale vola, chi vola vale, chi non vola è un vile!” si leggeva sulle magliette di Otto Grunf, il mitico meccanico tuttofare e trovarobe in forza al gruppo spionistico più scalcinato del mondo, quello che aveva la sede in un negozio di fiori situato in un vicolo di New York dove non batteva mai il sole. La leggendaria formazione era il Gruppo TNT raccontato da Magnus e Bunker nel fumetto Alan Ford, opera che ha segnato la storia dei comics italiani. Con piccole variazioni, diventato nel frattempo “Chi vive vola, chi vola vale, chi non vola è un vile”, è poi diventato il motto del Mucchio Selvaggio, punta di diamante nella seconda metà degli anni ’70 del movimento di arrampicata del Nuovo Mattino e a cui appartenevano fra gli altri Giancarlo Grassi, Danilo Galante, Robeto Bonelli e di cui il cantore massimo fu lo speleologo prestato all’arrampicata Andrea Gobetti. A dire il vero, la frase (in un’altra sua versione) era stata usata per primo da Italo Balbo anche se personalmente continuo a preferirgli le versioni successive, quella di Grunf e Gobetti. A questo punto qualcuno si domanderà cosa possa entrare il motto in questione, in tutte le sue varianti, con questa giornata, con il 24 dicembre 2015 vigilia di un Natale in definitiva fra i più tristi degli ultimi anni. E’ che, tanto per cambiare, avrei voglia di volare via. Non certo dalla festività, dalla famiglia o dagli incontri tradizionali. Vorrei volare via proprio da questo mondo egoista, da questo mondo pieno di contrasti stridenti, da questo mondo in cui il valore non è più dato al sogno (il volare...), all’utopia, al possedere un etica (parola che deriva dal greco antico èthos cioè carattere) che guida scelte e ci fa provare a cambiare il mondo intorno a noi nel tentativo di congiungerlo con il nostro sogno. Quello che conta nel nostro mondo è solo il possedere. Siamo diventati quello che possediamo e consumiamo per avere ancora e poter quindi essere ancora: un anello di Moebius senza fine. Per uscire da questo loop occorre coraggio, perchè bisogna lasciare il certo per l’incerto, trovando la forza di andare di nuovo incontro all’ignoto, facendo scelte magari piccole ma scomode. E per far questo ci vuole coraggio. Così oggi mi è tornato in mente Otto Grunf e la sua maglietta e Andrea Gobetti (o era Danilo Galante?) appeso a testa in giù a pochi centimetri da terra dopo un volo pauroso che declama “Chi vive vola, chi vola vale, chi non vola è un vile”. Voglio volare. Poi quello che sarà sarà. Ma almeno avrò vissuto e avrò dato un senso alla giornata di domani, a questo Natale che sembra vivere solo nelle vetrine o nelle pubblicità.
giovedì 24 dicembre 2015